Da 25 verde a Green Villa, gli alberi in facciata

Il primo edificio italiano a presentare una rigogliosa foresta sulle sue facciate è stato 25 verde, a Torino. È il manifesto della filosofia progettuale di Luciano Pia. Tutto è naturale e segue il ritmo delle stagioni, le pareti sono rivestite da oltre un milione di scandole di larice a spacco naturale, che cambiano colore con il tempo. Su questo sfondo, la foresta di alberi delle facciate: 140 vasi e fioriere di corten, con un diametro variabile tra i 2 e i 4 metri, contengono piante alte fino a 8 metri. A reggere il loro peso, una scenografica struttura, anch'essa di corten, con pilastri a forma di albero dalle molteplici funzioni: sostengono i vasi e i balconi, sfalsati per garantire la crescita adeguata delle piante, e raccolgono l'acqua piovana, per scaricarla a terra (l'acqua viene poi riutilizzata nell'irrigazione).

25 verde 25 verde

La scelta delle piante che movimentano e colorano le facciate interne ed esterne è stata frutto della collaborazione tra Luciano Pia e lo studio torinese Lineeverdi: "Abbiamo selezionato le piante in base all'esposizione, alle esigenze agronomiche e a una varietà di fogliame, fioritura e colore durante tutto l'anno; ci sono, tra i tanti, agrifogli, aceri, melograni, gelsomini ricadenti, sempreverdi e specie a foglia caduca, per permettere il passaggio della luce solare d'inverno" dicono Stefania Naretto e Chiara Otella, le paesaggiste dello studio.

25 verde 25 verde

Il 40-45% della superficie delle 63 unità abitative, progettate senza pareti interni per permettere ai proprietari di creare liberamente i propri spazi, è costituito dalle terrazze: la presenza degli alberi in facciata non è solo estetica, è filosofica, le ampie terrazze ne sono una conseguenza. La loro parte aggettante ha pavimento in vetro e doghe di legno di iroko, così da far filtrare la luce ai piani inferiori. Sembra davvero di vivere in un bosco, anche perché, affacciandosi sul cortile interno, 50 alberi rigogliosi aumentano quest'impressione. Luciano Pia sottolinea come il suo edificio abbia nel tempo formato un vero e proprio microclima autonomo, con "una differenza di 4-5°C tra cortile e strade adiacenti, piuttosto gradita d'estate". "Il verde produce ossigeno e controlla l'irraggiamento diretto stagionale; i giardini sui tetti isolano dal caldo e dal freddo, c'è anche un maggiore controllo delle polveri sottili" mi aveva detto quando avevo visitato con lui 25 verde, per un articolo per Abitare (uscito sul numero di settembre 2019). Era stato bello conoscere alcuni degli abitanti e scoprire come la presenza del verde nel complesso avesse cambiato anche il loro stile di vita.

Bosco Verticale Bosco Verticale

Il verde come elemento che migliora la vita e garantisce migliori risultati economico-ambientali è alla base della filosofia anche del più mediatico degli edifici di questa tendenza, il Bosco Verticale di Stefano Boeri, nel centro di Milano. Miglior grattacielo 2015 per il Council for Tall Building e Urban Habitat dell'IIT di Chicago, è costituito da due torri alte 80 e 112 piani, per un totale di 800 alberi, 5mila arbusti, 15mila piante perenni, praticamente oltre 30mila metri quadrati di bosco in 3mila metri di torri. In questo modo si risolve una delle "ossessioni" di Boeri, che era rimasto colpito dai grattacieli di vetro di Dubai, riflettenti la luce e capaci di contribuire all'innalzamento delle temperature in città. "Il Bosco in facciata non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull'ambiente" aveva detto l'architetto quando il complesso era stato presentato alla stampa. La foresta verticale è sostenuta da ampli balconi (fino a 3 metri di aggetto), tra loro sfalsati, per permettere la crescita degli alberi, ospitati in grande vasche perimetrali. "Nello stesso tempo, la finitura in gres porcellanato delle facciate riprende il colore bruno tipico della corteccia, evocando l'immagine di una coppia di giganteschi alberi da abitare, ricca di implicazioni letterarie e simboliche. Il contrasto con una serie di elementi in gres bianchi – i marcapiani dei balconi e alcuni moduli sul fronte dei davanzali – introduce un ritmo sincopato nella composizione, che spezza e "smaterializza" la compattezza visiva dei corpi architettonici, amplificando, ancor di più, la presenza vegetale" dice Boeri.

Bosco Verticale Bosco Verticale

Anche nel Bosco Verticale di Boeri, come nel 25 verde di Luciano Pia, la cura delle piante è di responsabilità condominiale, ma a Milano, data l'altezza delle torri, è più spettacolare che a Torino: i flying gardeners sono giardinieri-scalatori che "una volta all'anno si calano dal tetto degli edifici per eseguire la potatura e la verifica dello stato delle piante, nonché la loro eventuale rimozione o sostituzione, il tutto con tecniche da alpinismo". L'irrigazione è controllata da "un impianto a sonde controllato digitalmente in remoto, mentre l'acqua necessaria è attinta in larga misura dal filtraggio degli scarichi grigi delle torri". La presenza di tanto verde ha portato diverse specie animali, che qui nidificano e vivono.

Bosco Verticale Bosco Verticale

Stefano Boeri ha portato i concetti del Bosco Verticale milanese in giro per il mondo. E tante sono le esperienze che, ispirandosi o meno a quella italiana, stanno facendo del verde in facciata la base della filosofia architettonica. Dovrebbe iniziare la costruzione quest'anno, emergenza covid-19 permettendo, la Green Villa progettata dallo studio di Rotterdam MVRDV e da Van Boven Architecten a Sint-Michielsgestel, nei Paesi Bassi. Le facciate di questo nuovo edificio di quattro piani e di volume simile a quello delle costruzioni adiacenti sono rivestite da una sorta di griglia, che sostiene i grandi vasi bianchi in cui cresceranno le piante. Si ritrovano molte citazioni di 25 verde, soprattutto nei grandi vasi visibili, che però qui non hanno l'eleganza poetica dell'edificio torinese, essendo stati sistemati ordinatamente su griglie, come in un vivaio, in base alle loro dimensioni. Molto interessante è il rapporto tra interno ed esterno, perché, spiegano gli architetti, "la sostenibilità implica non solo una sfida tecnologica, ma anche un cambiamento positivo nello stile di vita, con le aree urbane considerate parte del paesaggio naturale". L'edificio è stato così progettato avendo come modulo una griglia quadrata larga quattro campate e profonda tre campate; all'interno di essa vengono sistemate le camere da letto e gli spazi abitativi (parte dell'edificio sarà usato anche per uffici). Lo stesso modulo regola la facciata, che diventa "un arboreto tridimensionale, una biblioteca di piante e alberi, completa di targhette e informazioni aggiuntive. Le specie vegetali vengono selezionate e posizionate tenendo conto dell'orientamento della facciata e delle funzioni viventi dietro, fornendo privacy, ombra o viste come richiesto. Un sistema di irrigazione controllato da sensori che utilizza l'acqua piovana immagazzinata è stato incorporato nelle fioriere, garantendo una facciata verde per tutto l'anno".

Il verde in facciata, in grado di creare nuovi microclimi, di controllare l'inquinamento e di stabilire nuovi rapporti con la natura, attraverso la colonizzazione spontanea degli animali, spinge a uno stile di vita più sostenibile, alla riscoperta degli spazi aperti della casa da vivere in modo naturale, come un ulteriore ambiente della casa, a una nuova attenzione per le piante e per i loro ritmi naturali. E spinge l'architettura a una ricerca sempre più sofisticata, per integrare il verde nel nostro stile di vita. Sfide del XXI secolo, che è interessante non perdere di vista.

Le foto del Bosco Verde, dal sito web di Stefano Boeri Architetti
Le foto della Green Villa, dal sito web di MVRDV 

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