Parque-30, il grande asse verde al posto della M-30 di Madrid

Ci sono idee visionarie e fascinose che partono dal basso, magari dai social, conquistano l'attenzione dei media e chissà cosa potrebbero diventare. A Madrid, che non sta mai ferma e che tanto sta sperimentando sia per la riqualificazione di intere aree (l'ultima Madrid Nuevo Norte, di cui potete leggere su abitare.it una piccola sintesi) sia per la mobilità, con le linee urbane elettriche gratuite nel centro storico, c'è una nuova proposta degna d'attenzione. L'eliminazione del tratto orientale della M-30 e la sua sostituzione con il Parque-30, un lungo asse verde, è piaciuta tanto che sia M-30 che Parque-30 sono stati a lungo Trending Topic su Twitter, alcuni giorni fa.

Parque-30 Madrid Parque-30 Madrid

Tutto è nato da un'idea dell'urbanista Antonio Giraldo, anche assistente del PSOE al Congresso dei Deputati. "E se eliminassimo la M-30?" si è chiesto in un tweet. La M-30 è la prima circonvallazione di Madrid, realizzata intorno agli anni 60, in pieno boom economico spagnolo. La città si è mano a mano ingrandita e sono arrivate la M-40, la M-45 e, quindi, la M-50 (ma si sta già pensando alla M-60). Le Amministrazioni cittadine e gli urbanisti si sono trovati così con il problema "cosa facciamo della M-30?" Una delle operazioni più importanti che l'hanno riguardata è stata il suo sotterramento nel tratto sud-occidentale, per recuperare il Manzanares e creare sulle sue rive il Madrid Río, uno dei parchi lineari più interessanti d'Europa. A nord la M-30 è diventata una strada come le altre, con tanto di semafori, a nord-ovest confina con la Casa de Campo, una delle grandi aree verdi della capitale, a est è una vera e propria frontiera tra i quartieri, una sorta di strada veloce che impedisce i contatti tra vicini, "una barriera sociale ed economica", l'ha definita Giraldo.

Su twitter la sua proposta: eliminare i 13 km del tratto orientale per costruire al suo posto un grande asse verde, un'area da 4,4 kmq che darebbe vita alla più grande operazione urbanistica di Spagna (Madrid Nuevo Norte riguarda "solo" 2,3 kmq). Al centro del progetto Parque-30, c'è non solo l'eliminazione dell'autostrada, ma anche il recupero dell'Abroñigal, il torrente che è stato sotterrato per farle posto e, soprattutto, una nuova idea di trasporto. Il punto di forza è il boulevard verde, intorno al quale si possono "sviluppare enormi possibilità": la M-30 ha una larghezza di 200 metri, che permettono di tutto. Antonio Giraldo lo immagina un po' come il Ring di Vienna: intorno alla plaza de Ventas ipotizza circa 20mila mq destinati a edifici di uso culturale e sociale, polo d'attrazione e potenziale simbolo di rigenerazione urbana, come il Museo Guggenheim lo è stato per il risanamento della ría di Bilbao.

Parque-30 Madrid
Parque-30 Madrid

Consapevole della necessità dell'iniziativa privata per realizzare un progetto di queste proporzioni, Giraldo affida 1 milione di metri quadrati alla costruzione di nuovi quartieri residenziali, con forti percentuali destinate alle fasce più deboli della popolazione ("Niente appartamenti di lusso!" ammonisce). I costi sono uno degli scogli del progetto, lo riconosce anche Giraldo, che ricorda come il sotterramento della M-30 e la costruzione di Madrid Río abbiano indebitato il Comune per decenni. Di qui la necessità di studiare meglio la collaborazione pubblico-privato e le aree da lasciare all'iniziativa delle imprese private. Rimane lo scoglio del traffico: dove si sposterebbe quello che usa la M-30? Non solo potrebbe usare la M-40, ma la creazione di Parque-30 implicherebbe un cambiamento di mentalità: "Bisogna fomentare il trasporto collettivo, il progetto vuole essere un punto di svolta per la mobilità nel futuro della città, che è quello che sta succedendo nelle altre città europee" spiega l'urbanista, provando anche a dare una tempistica del suo progetto (8-10 anni dividendolo per segmenti, partendo dalle aree socialmente meno favorite) e ricordando che se la Spagna non ha mai provato a realizzare un progetto di queste dimensioni, qualcosa di simile è stato tentato, con bei risultati, nella Corea del Sud, con il recupero del fiume Cheonggyecheon, a Seul, grazie all'eliminazione dell'autostrada costruitagli sopra.

"La transizione ecologica e l'Accordo di Madrid ci spingono verso modelli di mobilità meno inquinanti, inoltre la pandemia ci ha fatto pensare al distanziamento sociale, alla necessità di parchi e all'installazione, forse definitiva, del telelavoro" sottolinea il quotidiano digitale El Español, che sta seguendo con passione la nascita della prima grande operazione di riqualificazione urbanistica nata sui social. Anche da qui seguiremo gli (eventuali) sviluppi.

Le immagini, dal profilo twitter di Antonio Giraldo, al link già indicato. 


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