La duttilità del legno a Sydney, a Ludwigsburg, a Barcellona

Prima è stato il grattacielo che la compagnia Atlassian intende costruire a Sydney, nel nuovo distretto tecnologico che sorgerà intorno alla Stazione Centrale. Sarà un edificio ibrido, il più alto del mondo realizzato con la tecnica Mass Timber Construction, raggiungerà ben 180 metri per una quarantina di piani; avrà struttura di legno, acciaio e vetro e sarà disegnato dal newyorkese SHoP e dall'australiano BVN.

grattacielo Atlassian Sydney grattacielo Atlassian Sydney

La struttura sarà di legno lamellare a strati incrociati e a emissioni zero, ovvero funzionerà completamente con energia rinnovabile: le finestre si oscureranno automaticamente per filtrare la luce e regolare il conseguente riscaldamento interno, le facciate di vetro e acciaio saranno dotate di pannelli solari; negli ultimi piani, i giardini collaboreranno all'equilibrio termico del grattacielo e al benessere dei suoi utenti. Quando entrerà in funzione (l'inizio dei lavori è stato annunciato per il 2021, la conclusione prevista per il 2025), l'edificio ospiterà 4mila lavoratori. Non sono ancora noti altri dettagli, al momento sono disponibili solo questi pochi rendering e il video su youtube.

grattacielo Atlassian Sydney grattacielo Atlassian Sydney

Poco dopo aver letto di questa nuova sfida dell'architettura contemporanea, mi sono capitati due nuovi progetti ibridi, che testimoniano la grande versatilità del legno, tornato prepotentemente protagonista nella realizzazione delle strutture degli edifici.

Hotel Bauhofstrasse Hotel Bauhofstrasse
Hotel Bauhofstrasse - Foto di Brigida González

A Ludwigsburg, in Germania, lo studio VON M Architects ha realizzato l'Hotel Bauhofstrasse, in un'area di frontiera tra la città storica e quella contemporanea. Con le sue forme, spiegano gli architetti, contribuisce "alla delicata integrazione urbana". Alto quattro piani, è stato costruito in moduli di legno a strati incrociati, tagliati con controllo computerizzato, prodotti in Austria, trasportati in città e montati in soli cinque giorni lavorativi. La struttura lignea è irrigidita dal vano scale in cemento, al centro dell'edificio, e all'esterno è stata rivestita in lastre di fibrocemento bianco, che nascondono la sua esistenza.

Hotel Bauhofstrasse Hotel Bauhofstrasse
Hotel Bauhofstrasse - Foto di Brigida González

All'interno rimangono visibili sia la struttura in cemento sulle scale che il legno di faggio nelle stanze, "provocando così un'atmosfera speciale". "In totale sono stati utilizzati 440 metri cubi di legno in modo da estrarre in modo permanente un totale di 880 tonnellate di CO2 attraverso effetti di stoccaggio e sostituzione. L'uso del calcestruzzo ad alta intensità di CO2 è compensato dal legno utilizzato: il risultato è un edificio a emissioni zero di CO2" commentano gli architetti. Il corridoio che conduce alle stanze segue un ritmo di sporgenze e rientranze determinato dalla presenza dei bagni nelle 55 camere della struttura. All'interno la composizione delle camere è tipica degli alberghi: un piccolo atrio che dà accesso al bagno e quindi la camera, vera e propria, con scrivania, leggo e armadio; le finestre sono enfatizzate sia all'interno che all'esterno, "come scatole inserite nella facciata", nella parte interna, però, sono dotate di un parapetto in tessuto, che " viene abbassato all'altezza del sedile, fungendo così da sedile e punto di vista sulla città".

Hotel Bauhofstrasse Hotel Bauhofstrasse
Hotel Bauhofstrasse - Foto di Brigida González

Sul lato settentrionale, l'hotel ha un piano in più, a causa della pendenza del terreno. Una sorta di terrazza sulla città, in cui si trovano il bistrot e il bar, quindi la reception, le sale per l'amministrazione e il deposito bagagli; tutti gli elementi, compresi i banconi e i tavoli, sono stati disegnati su misura in legno di frassino e realizzati da artigiani locali; anche il pavimento è in legno di frassino. 

La Borda, Barcellona La Borda, Barcellona
La Borda - Foto di Lluc Miralles

Un altro uso del legno, per un edificio destinato ad altro uso abitativo, a Barcellona, nel complesso La Borda, voluto da una cooperativa, in cerca di soluzione alla grave crisi di abitazioni a prezzo contenuto nel capoluogo catalano. Siamo in tutt'altro contesto, con un progetto nato dal basso e a forte partecipazione dei futuri inquilini. Bella la considerazione degli architetti dello studio Lacol, autori del progetto: " L'impegno di La Borda nei confronti di un modello comunitario opposto alle più tradizionali promozioni pubbliche o private ha permesso di superare alcune importanti limitazioni imposte ai progetti di architettura. Nel settore pubblico, la paura del futuro utente, che è totalmente sconosciuto, rende impossibile introdurre cambiamenti che potrebbero influenzare il modo di vivere standardizzato. Nel caso degli sviluppatori privati, la logica del mercato, che impoverisce le abitazioni, viene imposta per facilitare la loro assimilazione a un oggetto di consumo. L'innovazione del processo di sviluppo è stata la chiave per lavorare l'architettura oltre la sua formalizzazione. Identifichiamo cinque caratteristiche di questo modello che hanno una risposta diretta nel progetto: autopromozione, diritto d'uso, vita comunitaria, sostenibilità e convenienza". Partendo da questa base, il complesso è stato costruito su un sito di proprietà pubblica, le abitazioni sono assegnate dalla cooperativa, che è la proprietaria dell'edificio: "Il fatto di mettere al centro il valore d'uso e il collettivo ci ha portato a pensare all'edificio come a un'infrastruttura aperta in cui il suo uso è ciò che finisce per configurare l'architettura nel tempo, adattata all'evoluzione della comunità e al cambiamento esigenze degli utenti£ spiegano ancora gli architetti.

La Borda, Barcellona La Borda, Barcellona
La Borda - Foto di Lluc Miralles

Volendo rispondere all'idea di convivenza e comunità, il 25% dell'edificio è composto da spazi comuni: "Dispone di una cucina comune di 80 m² dove è possibile fare pasti abbondanti o diventare un punto d'incontro, uno spazio polifunzionale coperto di 100 m², due camere per gli ospiti, una lavanderia, un ampio spazio di circolazione centrale, parcheggio per biciclette e terrazze all'aperto". Gli spazi comunitari e i 28 appartamenti, di diversa metratura, dai 40 ai 75 metri quadrati, sono disposti intorno a un cortile interno coperto, che invita a una vita di relazione e che ricorda i corrales, gli alloggi popolari del sud spagnolo.

La Borda, Barcellona La Borda, Barcellona
La Borda - Foto di Lluc Miralles

Coerente con gli obiettivi della cooperativa, la sostenibilità è stata una delle chiavi del progetto: impatto ambientale minimo e un sistema che impedisca la povertà energetica degli utenti. "La struttura di sei piani è realizzata con legno a strati incrociati (CLT). Si tratta di un materiale leggero, di alta qualità e rinnovabile nell'ambiente che consente cicli di chiusura, a differenza dei materiali da costruzione convenzionali come acciaio o cemento, la cui produzione ha un costo energetico molto elevato e non sono rinnovabili. La Borda è attualmente l'edificio più alto costruito con struttura in legno in Spagna". Per limitare l'impatto ambientale non sono stati costruiti parcheggi sotterranei per le automobili, sono stati introdotti i parametri bioclimatici massimi per realizzare un edificio molto passivo, con soluzioni che implicano un'azione attiva da parte degli utenti nella gestione climatica delle abitazioni. Il risultato è un consumo di energia quasi nullo e, quindi, il comfort nelle case con il minor costo associato. La Borda ha anche un sistema centralizzato di generazione termica per acqua calda e condizionamento dell'aria mediante una caldaia a biomassa, che consente l'ottimizzazione dell'infrastruttura di produzione e il miglioramento delle prestazioni e della tecnologia al servizio dell'intero edificio. 

Il legno vero protagonista, duttile ed eclettico, dell'architettura contemporanea alla ricerca di biosostenibilità.


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