In Ca' Inua, la forza e il rigore della montagna e dei suoi materiali

Un paesaggio montano, duro e severo, quasi d'altri tempi, nei pressi di Marzabotto, negli Appennini emiliani. Un collettivo artistico, Panem et Circenses, in cerca di un nuovo spazio in cui vivere e lavorare. Un antico casolare contadino da ristrutturare. Ca' Inua ha messo insieme tutto questo, grazie al progetto di Ciclostile Architettura, che usa i materiali della montagna, in particolare pietra e legno, per costruire un edificio singolare e severo all'esterno, caldo e accogliente all'interno.

Ca' Inua Ca' Inua

La nuova residenza è su due piani ed è stata ricavata su quella che fu del contadino; si muove su due livelli, il piano terra, leggermente interrato, e il primo piano. All'esterno sono identificati dai due diversi materiali, in pietra, utilizzando quella della demolita casa del contadino, al piano terra, e in legno al piano superiore. Il rivestimento è in legno bruciato, un'antica tecnica che ritroviamo nei nostri appennini ma anche in luoghi distantissimi in tutto il mondo, una tecnica legata indissolubilmente al territorio ma proiettata ovunque, un linguaggio comune inclusivo ed accogliente" affermano gli architetti. L'uso dei due materiali dà una forte identità alla facciata, ne sottolinea la severità e anche la veridicità: si respira la forza delle tradizioni, la fatica della montagna, l'orgoglio e il rigore dei materiali naturali.

Ca' Inua Ca' Inua

All'interno, sottolineano ancora da Ciclostile Architettura, la "dialettica tra superfici 'dure' (il cemento della porzione interrata della zona giorno, i mosaici dei bagni) e superfici 'morbide' (legno di abete utilizzato come pavimenti e rivestimenti) richiama l'essenzialità e l'austerità del luogo. Ogni elemento è ottimizzato per rispondere ad una necessità che denuncia in maniera onesta attraverso la sua scelta materica". La distribuzione degli ambienti sfrutta abilmente la natura dei luoghi. I locali di servizio sono a nord, le aree giorno sono a sud, mentre, al piano superiore, le camere da letto hanno ampie aperture, per sfruttare al massimo la luce solare, soprattutto nella stagione invernale.

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"Tutta la casa è coibentata con un cappotto in fibra di legno di grande spessore che ci permette di utilizzare come riscaldamento/raffrescamento solo un impianto ad aria alimentato perlopiù dai pannelli fotovoltaici localizzati sul tetto del fienile per mitigarne l'impatto. Le acque piovane sono raccolte in vasche e riutilizzate per l'innaffiamento dei campi mentre l'impianto di depurazione è costituito da una fitodepurazione che funziona grazie a due stagni limitrofi all'abitazione" dicono gli architetti sulle misure che garantiscono il risparmio energetico e la sostenibilità del loro intervento. Accanto al nuovo edificio è rimasto il fienile dell'antico casolare, che diventerà presto una struttura d'accoglienza, un B&B per i turisti della valle.

Foto di Fabio Mantovani.


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